Dalla ricerca scientifica alla guida di un taxi elettrico: la storia di Alessandro, il tassista del mese di settembre

02 Set Dalla ricerca scientifica alla guida di un taxi elettrico: la storia di Alessandro, il tassista del mese di settembre

Il tassista del mese di settembre è Alessandro, sigla Oslo 35. Dopo una carriera nella ricerca scientifica, Alessandro ha scelto di diventare tassista, portando con sé una visione del lavoro e della vita davvero unica.

Dove sei nato?
«Sono fiorentinissimo, ma per uno scherzo del destino non sono nato a Firenze. I miei genitori erano in Liguria per una vacanza durante l’ultimo periodo della gravidanza e io ho anticipato la mia nascita di un paio di settimane».

Da quanto fai il tassista?
«Ho iniziato nell’aprile del 2017. Sono uno dei tassisti ‘elettrici’, quelli che operano con una delle 70 licenze più recenti della flotta taxi fiorentina, utilizzando esclusivamente auto elettriche».

Perché sei diventato tassista?
«Mio padre era tassista a Prato e di conseguenza si era adoperato perché io passassi gli esami qualora lui avesse smesso di lavorare a avesse voluto passare la sua licenza a me. Io, però, avevo scelto una carriera accademica. Sono laureato in biotecnologie con specializzazione medica nello studio delle principali patologie umane e nell’applicazione di terapie con cellule staminali. Finito il percorso di studi, ho continuato facendo il dottorato a Careggi e ho fatto della ricerca universitaria per sette anni. Mi sono reso conto, però, che le prospettive in Italia erano limitate. Nel 2016, quando fu indetto il concorso per le nuove licenze elettriche, ho deciso di partecipare. Mi piaceva l’idea di poter fare un lavoro autonomo».

Hai fatto la scelta giusta?
«Da quando sono diventato tassista, la mia situazione lavorativa è migliorata molto. Nei sette anni in cui sono stato ricercatore, non mi sono mai sentito apprezzato per tutti gli sforzi, l’impegno e il lavoro che ho dedicato a progetti molto complessi, che richiedevano un’attenzione costante, senza pause, vacanze o la possibilità di gestire il mio tempo. Invece, da quando svolgo l’attività di tassista, mi sento molto più apprezzato. La passione e il piacere che provo nel fare bene il mio lavoro, nell’aiutare cittadini e turisti a spostarsi in città, a raggiungere i loro obiettivi con un sorriso, una chiacchiera o qualche informazione utile, mi fanno guadagnare la gratitudine delle persone. Questo ha migliorato molto il mio rapporto con il lavoro e con me stesso, perché ora mi sento davvero utile per la società».

Pregi e difetti del tuo lavoro?
«I pregi sono molti. Dopo anni di studio e ricerca, ho riscoperto il piacere del contatto umano e dell’essere all’aperto, in sintonia con le stagioni. Mi piace poter osservare il cambiamento delle foglie in autunno, per esempio. I difetti? Come in tutti i lavori a contatto con il pubblico, a volte ci si imbatte in persone poco raccomandabili. E poi c’è la preoccupazione per la salute: essendo un libero professionista, se non posso lavorare, non posso guadagnare».

Quando non fai il tassista, cosa fai?
«Scrivo. Sono uno scrittore e un editor. Lavoro come freelance per aziende che si occupano di formazione online, in particolare per la scrittura creativa e la produzione di podcast. Continuo a dedicarmi anche alla narrativa e alla parte scientifica».

Qual è, secondo te, il luogo più bello di Firenze?
«Ho una predilezione per Bellosguardo. Da lì la vista è particolarmente piacevole, si può vedere tutta la città. È abbastanza nascosto, ma non troppo».

Hai qualche aneddoto da raccontare?
«Una volta presi un cliente che, pur parlando italiano, aveva un forte accento russo. All’inizio non ci feci troppo caso, ma presto mi accorsi che aveva bevuto parecchio, visto che biascicava le parole. Mi diede un indirizzo, ma quando lo portai lì, insisteva che quella non fosse la sua casa e mi chiese di andare avanti. Dopo aver percorso tutta la strada e fatto inversione, ci fermammo esattamente allo stesso punto di prima. Era così ubriaco che riusciva a riconoscere la sua casa solo da un lato della strada, non dall’altro».

Sogni nel cassetto?
«Tanti, vari, decisamente troppi. Più che sogni sforzi. Per il momento i miei sforzi sono concentrati sulla mia attività lavorativa, come tassista di Firenze e membro del 4390, per fornire il miglior servizio possibile, e come scrittore e editor».