03 Mag Maggio, il tassista del mese è Parigi 17
Firenze, 3 maggio 2024- Si è aperto un nuovo mese ed un nuovo tassista 4390 si presenta. Questa volta tocca a Simone, Parigi 17. Ecco il suo racconto.
Ciao, mi presento: sono Simone, alias Parigi 17.
Anche se il vero (e unico!) Parigi 17 è il mio babbo, Marco, occhi belli, Mister Sorriso… ogni pochino gli affibbiavano un nomignolo nuovo. Per i più “anziani” era “uno dei Frullino“, in quanto figlio dell’originale “Frullino”, ex “fiacchere” poi divenuto tassista negli anni ’50, e fratello dell’altro “Frullino”, (ex Bologna 23)… In pratica, una famiglia intera di tassisti la mia. Alla lista c’è da aggiungere anche Christian, mio cugino, per il quale però servirebbe un capitolo a parte, un secondo cugino, Alessandro, suo babbo Giuseppe, e, soprattutto, Francesca (Mosca 25), mia compagna di vita da quasi 10 anni, nonché mamma di quel nostro piccolo terremoto biondo di nome Samuele, nato 5 anni fa. Indovinate che lavoro farà?
Comunque, tornando a me, ho iniziato questa avventura nel lontano 1997, precisamente il 17 settembre 1997, grazie ai miei genitori, che mi hanno dato la possibilità di provarci, e grazie a mio fratello, che non era interessato a “montare”, visto che all’epoca aveva intrapreso un’altra strada (fortuna mia e sua, dato che è poi diventato un “pezzo grosso”, come lo chiamo io, di una grande istituzione fiorentina).
La mia prima corsa la presi da Vespucci, quando “Vespucci” era sul Lungarno vicino all’Ambasciata americana e gli appelli li facevano tutti in fonia, senza assegnazione automatica. In seconda, e presi l’hotel Baglioni! Spettacolo! Sono un grande, mi dissi… ma non feci in tempo a gasarmi che subito un collega “anziano” di fianco a me mi riportò a terra, e tuonò: “tu ci ha fatto patire. Queste le vanno prese in prima!”.
…Eh, si comincia bene di nulla, pensai.
Da quel giorno son passati 27 anni, ed effettivamente in questi anni ne ho viste un po’ di tutti i colori! Come categoria ne abbiamo passate tante e alcune di queste esperienze hanno lasciato il segno, tant’è che, come tutte la categorie lavorative, anche la nostra è cambiata tanto e purtroppo non sempre in meglio. Anche i nostri clienti sono cambiati. L’Avvocato di via Colletta, le Signore Caracciolo, “Allora Allora”…. Chi se li ricorda? Clienti storici! Personaggi ai quali, pur non conoscendoli e pur non portandoci chissà quali guadagni, riuscivi ad affezionarti o comunque a ricordare con un sorriso. Cosa che ora sempre piu raramente capita, perlomeno a me, ma magari perché forse son cambiato io, come son cambiati tanti colleghi, ma in questo caso nel vero senso della parola però. Negli ultimi anni c’è stato un grande ricambio di colleghi, poi, tra sostituzioni e collaborazioni, faccio fatica a tenere il passo.
Ma a parte la presenza fisica, dei vecchi colleghi, mi manca lo “stile” vecchia scuola. Ora siamo tutti piú permalosi, prima la battuta e la presa in giro e il conseguente “Ma che vai a fan….” era il bello dello stare in piazza. Mi capita sempre più di rado di assistere a sketch del genere, siamo piú chiusi in macchina, ognuno per i fatti suoi col cellulare in mano, o comunque, quando capita di scambiare qualche battuta, finisce tutto con un’arrabbiatura, invece che con una risata.
Un’altra cosa che mi manca dei nostri “vecchi” sono le perle di saggezza che ci regalavano, alcune di queste sono irripetibili, tra le altre c’erano queste:
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- Il miglior incasso per un tassista è tornare a casa con la macchina sana!
- Il primo male dei tassisti, sono i tassisti stessi!
La prima è una grande verità, e chi ha avuto problemi alla macchina ne sa qualcosa. La seconda: effettivamente siamo una categoria fatta a modo suo, ma quello che nessuno può negare è che, oggi come ieri, siamo una categoria in cui si può trovare tanta umanità. Con i nostri pregi e i nostri difetti, stiamo riuscendo a sopravvivere in un sistema che con l’umanitá ha poco a che vedere, e forse è anche per questo che restiamo “antipatici”. In poche parole, usando uno slogan da stadio.. “di belli come noi, la mamma unnne fa piú“. E meno male, aggiungerebbe qualcuno.
Un abbraccio a tutti i colleghi e a tutte le colleghe (una delle poche cose positive dei vari cambiamenti avvenuti negli anni siete proprio voi… il vostro arrivo ha decisamente incrementato il già alto livello di umanità della categoria). Vi saluto con l’ultima perla di saggezza che, quando lavoravamo insieme, mi ripeteva sempre i’mi babbo: “Facciamo il lavoro più bello del mondo!”
Ciao a tutti, ci vediamo in “piazza”! Viva i tassisti e viva il 4390!